Commento alla direttiva piantedosi e all’estate fiorentina

L’insostenibile percezione dell’insicurezza

La direttiva ministeriale si inserisce in un contesto ideologico preciso e in base a questo indirizza le attività dei prefetti. Oltre che un indirizzo pratico è la grossolana costruzione di una giustificazione ideologica. Con lessico squisitamente burocratese misto a venature aziendaliste, come in voga nella Pa contemporanea, si colloca a metà tra un indirizzo criminologico particolarmente reazionario (la teoria delle finestre rotte) e una difesa incondizionata della proprietà privata, principale garante di un giusto ordine sociale.

Entrambe sono piuttosto evidenti nel testo e per nulla mascherate, espresse con lessico teso a rendere oggettivo, ovvio e non contestabile quello che sono teorie discutibili e opioni di una classe dirigente politicamente molto orientate. Tutto meno che dati incontestabili insomma.

“Le occupazioni arbitrarie di immobili, infatti, al di là del disvalore insito nella diretta lesione del diritto di proprietà, concorrono inevitabilmente a generare degrado urbano e ad alimentare la percezione di insicurezza nei cittadini.”

L’avverbio “inevitabilmente” non appartiene al lessico burocratico. Degrado urbano e percezione di insicurezza sono concetti ripresi paro paro dalla Teoria delle finestre rotte, molto in voga negli anni ’90 del secolo scorso  e ispiratrice delle politiche di tolleranza zero. L’idea di base è che la criminalità violenta si contrasti a partire in primis da quanto arreca situazioni di degrado urbano e sulla valutazione dell’ineffabile percezione dell’insicurezza.

Ineffabile perchè una percezione è qualcosa di strettamente legato a uno stato d’animo e largamente soggettivo. 

L’esperimento più noto di applicazione di questa linea è quello della città di New York negli anni 90, a opera dell’allora sindaco Rudolph Giuliani. Essendo trascorsi 30 anni i risultati di queste politiche appartengono ormai all’ambito degli studi sociologici: il tasso di crimilità a New York calò, ma così come calò in altre città americane, dove le strategie di tolleranza zero generarono invece diffidenza e non furono mai adottate. In compenso a New York salirono in maniera rilevante le richieste di risarcimento per perquisizioni violente da parte della polizia (di fatto raddoppiarono) e le denunce per comportamenti violenti da parte delle forze dell’ordine, crebbe il numero di civili uccisi in operazioni di polizia (di circa un terzo). E la città di New York pagò 24 milioni di dollari di risarcimenti in cause civili legate agli abusi delle forze dell’ordine.

La direttiva in sintesi inquadra le occupazioni abitative e non all’interno di categorie criminologiche e consiglia di utilizzare i fondi per l’Incremento della sicurezza urbana erogati ai comuni per risolvere eventuali criticità, sottolineando che solo in presenza di minori occorre l’obbligo di trovare una temporanea sistemazione alternativa. Che nella pratica significa essere ospitati per qualche mese in strutture ricettive, aspettando Godot, che come noto, non arriva mai. 

Il riemergere di questa visione in una direttiva ministeriale, nell’incarnazione di “incontrovertibili dati di fatto”, è qualcosa che andrebbe analizzato secondo le tre classiche domande “come,quando,perchè” e non semplicemente riportato come cosa ovvia negli articoli delle testate giornalistiche, perchè ovvio non è.

Come: attraverso una direttiva ministeriale, ovvero un atto burocratico del ministro dell’interno rivolto ai prefetti, ovvero i suoi ex colleghi. Di fatto una linea diretta che collega il potere centrale con le propaggini locali, saltando le amministrazioni e mantenendo il tutto nell’ambito stretto dell’ordine pubblico.

Quando: ad agosto, periodo di minima attenzione, generalmente buono, per le uscite baldanzose, i giornali hanno poco di cui parlare. Nel caso specifico di Firenze, a un anno dalle prossime amministrative.

Perchè: a questa domanda è difficile rispondere in maniera precisa, si entra nell’ambito delle ipotesi. E dunque faremo delle ipotesi.

1) 

La direttiva sollecita le amministrazioni a togliersi qualche sassolino dalle scarpe, sgomberare qualche stabile, compiere qualche operazione di polizia, far vedere che qualcosa si muove e che la destra al governo c’è e fa cose. Non si tratta di risolvere i problemi veramente, ma piuttosto di fare qualcosa di correlato, ma più facile. Non affrontare il problema abitativo, che significherebbe affrontare il problema del reddito, del lavoro, ecc…, ma più semplicemente compiere qualche operazione che conquisti le pagine delle testate giornalistiche. Per quanto gli sgomberi vengano presentati come titaniche operazioni interforze, si risolvono nella realtà come operazioni di polizia piuttosto ordinarie. Più che altro faticosi traslochi, qualche lavoro di muratura, che comunque non eseguono le forze dell’ordine. Quindi nella mentalità aziendalista che caratterizza ormai ogni ramo della Pa, in cui ci si muove per obiettivi mensili, semestrali, annuali, è lavoro facile e fa statistica.

2) 

La direttiva è di supporto alle prossime campagne elettorali per le amministrative. A Firenze in particolare si mette in difficoltà la giunta Nardella, scavalcandola. Si interviene da Roma, dove Donzelli (politico ben noto nella destra fiorentina) è il numero due del Copasir, per anticipare il Pd e mostrargli che Firenze è già governata dalla destra. Alla giunta non rimane che tentare di surfare l’onda innescata e decisa dal governo, mostrandosi concorde e collaborativa.

3) 

La direttiva anticipa un problema che ora ha una dimensione contenuta e ribadisce delle linee generali di condotta perchè si ritiene crescerà nel prossimo futuro. Ci sono segnali di impoverimento, e di una contrazione della classe media, in favore di un allargamento della forbice tra ricchi e poveri. L’attuale governo deve prendere atto dell’aumento significativo di insolvenze di mutui e prestiti, di un’inflazione che fatica a stabilizzarsi. Le previsioni di crescita del Pil sono ottimistiche, a patto che

“Lo scenario previsivo si fonda su ipotesi favorevoli sul percorso di riduzione dei prezzi nei prossimi mesi e sulla attuazione del piano di investimenti pubblici programmati nel biennio.”

https://www.istat.it/it/files//2023/06/Prospettive-economia-italiana-giugno-2023.pdf

Deve funzionare il piano di investimenti pubblici, perchè da solo un calo dei prezzi non risolverebbe il problema di non avere soldi.

E questo è l’attuale problema del governo Meloni: far quadrare la legge di bilancio. 

La direttiva è una minuscola appendice delle politiche di gestione non sociale della povertà (o meglio solo dei poveri), favorita dalla scomparsa o crisi di movimenti di lotta per la casa in grado di orientare e organizzare il bisogno abitativo in chiave autogestionaria, efficace e solidale.

4) 

La direttiva esporta il modello di gestione elaborato da Piantedosi quando era prefetto a Roma. Questa più che un’ipotesi è proprio una constatazione. Colta anche dalle testate giornalistiche meno inclini all’analisi raffinata.

https://www.romatoday.it/politica/occupazioni-abusive-direttiva-piantedosi-2023.html

La specificità di Firenze

I recenti fatti di cronaca legati all’ex Astor e la scomparsa di Kata, hanno creato un contesto per un più generale intervento. La procura nel disporre i sequestri preventivi si è mossa in maniera piuttosta confondente e le testate giornalistiche hanno amplificato questo disordine informativo. Gli interventi sugli immobili occupati sono inseriti nel quadro della Direttiva, ma decisi sicuramente prima. In un articolo sulla Nazione si apprende dall’avvocato della proprietà che il sequestro dell’immobile occupato dal collettivo dell’ex corsica 81, era stato firmato il 28 novembre 2022. 

“La denuncia della proprietà è scattata a novembre 2022 – spiega l’avvocato Antonio D’Avirro –, ma lo sgombero fissato per marzo 2023 è slittato a oggi”. Mentre il provvedimento del gip per il sequestro era stato emesso il 28 novembre scorso.

Ma l’esposizione alla stampa sembrava intendere un collegamento più stretto, come se lo sgombero delle occupazioni a Ponte di Mezzo fosse determinato dalla stessa indagine legata alla sparizione di Kata, il che non è chiaramente possibile, perchè questa avviene a maggio del 2023, quindi sei mesi dopo la firma del sequestro. 

Nessuno si è speso però a spiegare in maniera chiara il contesto investigativo che ha determinato i diversi sequestri preventivi.

Ciò che sicuramente accumuna lo studentato autogestito e l’occupazione in via ponte di mezzo è la stretta prossimità all’area dell’ex panificio militare sul quale sorgerà l’Esselunga, con conseguente rivalutazione della rendita fondiaria degli immobili limitrofi. E’ difficile non credere che la doppietta non abbia a che fare con una più generica “ripulitura” della zona: ovvero a garantire al privato proprietario dell’area dell’occupazione dell’ex Corsica 81 di capitalizzare la posizione favorevole e alla Asl proprietaria dello studentato di rientrare in possesso di un bene da poter rivendere in un contesto immobiliare migliorato. Particolarmente viscido il tentativo di suggerire che l’immobile sarà utilizzato per l’assistenza di disabili e persone fragili, come da precedente destinazione. L’immobile era stato costruito non strutturalmente a norma per questo fine, e nell’impossibilità di mettere una pezza, abbandonato. Fu un discreto scandalo edilizio a suo tempo. La Asl ha ora fatto mea culpa, cambiato idea e intende riutilizzarlo davvero? o più semplicemente rivenderlo?

I sequestri preventivi delle due occupazioni di Ponte di mezzo sono disposti dalla procura, in particolare dalla DDA (Direzione distrettuale antimafia). Le DDA sono coordinate dalla DNAA (Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo).

“La Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo esercita le funzioni di coordinamento delle indagini condotte dalle singole Direzioni distrettuali antimafia (DDA) nei reati commessi dalla criminalità organizzata. Tale coordinamento è finalizzato, soprattutto, ad assicurare la conoscenza delle informazioni tra tutti gli uffici interessati e a collegare le DDA tra loro quando emergano fatti o circostanze rilevanti tra due o più di esse.”

https://www.giustizia.it/giustizia/it/mg_2_10_1.page

I sequestri dei due stabili, emessi dal medesimo procuratore, non hanno chiaramente a che fare con l’antimafia, ma più probabilmente nella ricostruizione del procuratore con l’antiterrorismo. Il gigantismo che di solito caratterizza questo tipo di indagini e inchieste giustificherebbe il dispiegamento di forze al limite del grottesco (la presenza del questore in persona, un elicottero con personale specifico da Padova) per lo sgombero dello studentato. La chiosa di fogli di via e avvisi orali dopo lo sgombero completa il quadro, ovvero la gestione muscolare a opera della questura.

“Un sequestro preventivo rientra tra le misure di prevenzione patrimoniale (sequestro e confisca), che la Dda applica in considerazione della “pericolosità sociale del soggetto, l’esistenza di indizi di reato a suo carico e la disponibilità diretta o indiretta del patrimonio”.

Il che sembra presupporre un’inchiesta in corso, della quale però non sono emersi chiaramente i contorni.