Sospensione attività

Il termine emergenza è stato talmente abusato negli ultimi 30 anni che sembra ormai difficile credere che le situazioni emergenziali siano reali. Una sorta di perenne al lupo al lupo caratterizza le nostre esistenze, bombardate da paure artificiose dove ogni cosa è un’emergenza: il caldo, il freddo e il tiepido.
E quando la realtà diviene più critica e l’emergenza si tinge di vero è difficile capire cosa accada e orientarsi.

Il fatto che le nostre strutture sanitarie siano in affanno è una conseguenza diretta delle politiche dei tagli del personale, dei fondi, di delega al settore privato. Il fatto che i nostri destini siano legati a doppio filo con quelli dei flussi di denaro e di capitale è una conseguenza diretta del nostro modello di sviluppo. Non potersi fermare per gestire un problema di salute pubblica senza l’affano di un disastro economico è la conseguenza diretta di un sistema basato sulla competizione, in cui l’economia non è la divisione equa della torta in parti uguali, ma l’arraffare più che si riesce, a discapito di chi resta indietro.
La mentalità egotica stigmatizzata dai media in relazione al corona virus, è la normalità che viene non solo accettata, ma propagandata a gran voce, come il solo modello possibile di relazione.
Questo virus ci riporta nella condizione in cui versa chi in questo mondo affanna, fatica, sta male e alla necessità del mutuo appoggio, della solidarietà, ma anche alla capacità di saper puntare il dito verso quello che ci ha reso così deboli.

E’ scontato dire che in questo contesto sanitario le attività del centro sociale non possono continuare, abbiamo dovuto annullare tutte le serate, i concerti, i corsi, le riunioni, in attesa di capire come riprendere, quando la questione di salute pubblica sarà migliorata.

Staremo in casa, usciremo poco, sopporteremo, perchè una situazione già grave non si tramuti in una catastrofe. Ci tocca.

Ma non ce ne dimenticheremo a epidemia passata. Quando si cercherà di imporre l’ennesima grande opera inutile e dannosa, l’ennesimo taglio alla sanità, l’ennesimo spregio alla dignità delle persone, quando tornata la normalità pessima in cui viviamo saranno invocate di nuovo senza pudore le ragioni dell’economia su tutto.

Con gli strumenti a nostra disposizione ci stiamo coordinando per continuare a nutrire la nostra vita culturale e sociale.
Le radio libere sparse per l’italia si stanno organizzandosi per continuare a trasmettere e riempire di voci le nostre case.
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