Lettera ad Arpat sull’incendio sviluppatosi lun 17/07 in zona Castello

PRESIDIO NO INC NO AEREO – PIANA FIRENZE* SESTO F.NO PRATO
CENTRO SOCIALE NEXT EMERSON * FIRENZE
Arpat Toscana;
via Ponte alle Mosse, 211 Firenze arpat.protocollo@postacert.toscana.it attenzione Arpat Firenze
urp@arpat.toscana.it
Ausl Firenze dipartimento prevenzione

FATTI
Come è noto ieri lunedì 17 intorno alle 13.30 in via del Termine, zona Castello, c’è stato un incendio in un edificio industriale dismesso, ex Antilotex impresa che a suo tempo produceva tessuti floccati anche sintetici. L’ incendio si è propagato all’ interno dell’ edificio a causa della combustione accidentale di una massa di circa 100 mq di dimensione di rifiuti urbani abbandonati.
Tuttavia, in assenza di una documentata rimozione dei rifiuti industriali da parte della Antilotex, è possibile che siano stati coinvolti nell’ incendio anche rifiuti tessili lasciati dall’ azienda poi chiusa.(Rifiuti speciali il cui trattamento e la cui rimozione è a carico delle imprese private).
Apprendiamo dalla carta stampata e dalle persone che abitano intorno a via del Termine e nelle zone limitrofe, che Arpat e Asl ritengono (e impongono) “che alle popolazioni di questa zona , e comunque presenti nelle aree interessate dai fumi dell’ incendio, si debba
raccomandare di non soggiornare all’ aperto, di tenere le finestre degli edifici chiusi, e limitare per quanto possibile la permanenza”.
Conseguentemente la Protezione civile comunale ha inviato un alert telefonico ai residenti interessati dall’ incendio e dai fumi.
Abbiamo notizia di famiglie e persone che hanno dormito in automobile dopo essersi allontanati dalla zona oggetto di contaminazione Arpat , sulla scorta delle informazioni dei Vigili del fuoco, ritiene che l’ incendio possa durare a lungo.

OSSERVAZIONI E RICHIESTE
Le persone che fanno parte delle realtà in calce, in quanto abitanti delle aree urbane e rurali interessate e in ogni caso custodi del proprio ambiente di vita, anche ai sensi di quanto disposto dalla Costituzione repubblicana, in particolare agli articoli : 3 ( rimozione degli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona umana), 9 (la repubblica tutela il paesaggio, gli ecosistemi, la biodiversità), 32 (la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’ individuo e interesse della collettività), 41 (l’ iniziativa economica privata è libera, tuttavia non può svolgersi in contrasto con l’ utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla salute, all’ ambiente, alla dignità umana) : si richiama a questo proposito che l’ attività economica privata riguarda anche le sua dismissione che deve essere fatta garantendo la sicurezza degli immobili, e la salute delle lavoratrici e dei lavoratori e delle/degli abitanti eventualmente interessati da eventi dannosi e/o nocivi, 42 ( la proprietà privata è garantita dalla legge che ne determina i modi di acquisto….e i limiti allo scopo di assicurare la funzione
sociale, 118 (garanzia della sussidiarietà orizzontale nei rapporti tra enti statali, ivi compresi i Comuni, e le iniziative dei cittadini),

RITENGONO
che non sia corretto criminalizzare gli occupanti dell’ immobile dismesso; occupazione avvenuta d’ altra parte a causa della carenza di abitazioni a affitto controllato, mentre si ampliano le residenze per turismo e legate al business imprenditoriale, e NON CREDONO sia lecito usare l’ arma dello sgombero forzato.
Quali soggetti interessati ai fatti qui evidenziati, chiediamo viceversa di verificare le seguenti condizioni :
1) se vi siano responsabilità della azienda Antilotex circa la possibile mancata rimozione di rifiuti e di residui delle lavorazioni (rifiuti speciali a carico delle imprese ) e circa la messa in sicurezza e bonifica dell’ immobile dismesso dove si è verificato l’ incendio, fatte salve le indagini che state già svolgendo;
2) come afferma Arpat nella propria prescrizione di ” limitare l’ inalazione dei fumi prodotti dalla miscela eterogenea di rifiuti che è andata a fuoco” , trattasi di rifiuti eterogenei la cui combustione può produrre sostanze nocive ( come emerge nella letteratura scientifica e nei casi di studio di situazioni analoghe ) tra cui PCB ( Policlorobifenili), IPA (idrocarburi policiclici aromatici) e Diossine e Furani, tutti inquinanti organici persistenti che tendono ad accumularsi nell’ ambiente e negli esseri umani, essendo tossici per uomini, donne, animali e ambiente/territorio.

Come è noto le sostanze che producono Diossine – dette precursori – possono provenire da processi produttivi di plastiche, carta, combustibili (trattamento e raffinazione ), ma anche da combustioni incontrollate e da incendi accidentali all’ aperto o in ambienti confinati di materiali eterogenei, di pneumatici, di rifiuti , e quale processo che ne produce la maggiore quantità, rifiuti e fanghi trattati attraverso l’ incenerimento.
Diossine e Furani sono sottoprodotti di processi chimici e/o di combustione e riguardano 210 composti chimici aromatici policlorurati (Dibenzo-p-diossine e Dibenzo-p-furani).
In particolare le diossine 2,3,7,8 : tetraclorodibenzodiossine (TCDD) sono insolubili in acqua e quindi stabili e facilmente trasportabili attraverso l’ acqua dei fossi e dei fiumi, sono resistenti alla degradazione chimica e biologica, e come tali entrano nella catena alimentare, per esempio attraverso l’ erba ingerita da animali erbivori (come le pecore
che pascolano nella zona) e quindi nei formaggi e nelle carni fino all’ uomo.
Fonte : disegni e schemi tratti da : APAT Agenzia per la protezione dell’ ambiente e per i serizi tecnici; Progetto diossina conseguente la legge 268/2003.

le diossine restano immobili nel suolo e una volta legate alla frazione organica di esso entrano negli organismi vegetali le diossine e gli altri inquinanti aromatici presentano fenomeni di bioaccumulo, di bioconcentrazione che aumenta man mano che si segue la catena alimentare e raggiunge il massimo nelle donne e negli uomini, provocando possibili
alterazioni nel sistema immunitario e endocrino. Il contatto può provocare, come è noto da anni, il fenomeno cloracne come è stato evidenziato in molti casi di incidenti o di rilascio delle diossine : vedi l’ incidente di Seveso, o gli effetti dell’ agente orange usato dalle truppe statunitensi in Vietnam per diserbare/disboscare la giungla rifugio
dei soldati vietnamiti.

Non vogliamo suscitare allarmismi, solo richiamare alcune parziali riferimenti di sfondo che voi conoscete meglio di noi.
3) Se il problema invece ha riguardato soltanto rifiuti urbani abbandonati di natura eterogenea, e fermo restando i possibili effetti nocivi per la salute degli abitanti e dell’ ambiente di vita, non si può non rilevare come il Comune di Firenze sia da anni inadempiente e fuori legge per non aver raggiunto la quantità di raccolte differenziate fissata dalle norme nazionali e regionali, in ottemperanza alle direttive cogenti dell’ UE, e sia inadempiente sulle modalità di raccolta, un obbligo di legge. Il che implicherebbe una indagine sulle ultime giunte comunali e sui relativi sindaci pro tempore.


CHIEDIAMO QUINDI DI ESSERE INFORMATE/I IN QUANTO CUSTODI COSTITUZIONALI DEL TERRITORIO, CIRCA LE INDAGINI CHIMICO-FISICHE E I RISULTATI E VOGLIAMO VENGA AVVIATA UNA BONIFICA DELLA ZONA IN TEMPI VELOCI E CERTI.